BIENNALE DI VENEZIA 2014
un trionfo targato Sud
Particolarmente significativa in questa cinquantottesima edizione della Biennale di Venezia sezione Musica è stata la partecipazione della Puglia i cui artisti hanno aperto (quasi) e chiuso un'edizione all'insegna della crisi.


Al compositore Admir Shkurtaj l'arduo compito di scrivere per la prima volta un'opera così impervia per imponenza tematica e per il contesto in cui presentarla per la prima volta. Shkurtaj non si risparmia, impegnato com'è non solo in veste di compositore ma anche di musicista con la sua fisarmonica durante la rappresentazione è inoltre stato parte integrante nell'elaborazione dei versi recitati dagli attori, nella cura della dizione della parola in lingua albanese affidata (anche se solo nella prima parte) ai cantanti, nell'affiancare lo scrittore Leogrande durante la stesura stessa del libretto. Il maestro Shkurtaj ben conosce quei suoni, quelle urla, quel dolore di lontananza dalle proprie origini, quelle agitazioni sopportate da un'immensa dose di speranza in un terra straniera essendo stato lui stesso un naufrago nel 1991. La padronanza della scrittura, le innumerevoli infiltrazioni musicali, dall'etnico al jazz alla musica contemporanea alla musica di ricerca e a quella elettronica contribuiscono a generare un universo di suoni e di emozioni senza pari. Le impervie parti strumentali sono state affidate a musicisti di altissimo calibro come Pino Basile alle percussioni e cupa cupe (ideatore di un vero e proprio set formato da bidoni e tubi), Giorgio Distante alla tromba in Sib e live elettronics, Marco Ignoti al clarinetto basso e clarinetto in Sib, Jacopo Conoci al violoncello, Vanessa Sotgiu al pianoforte preparato e come detto, lo stesso compositore alla fisarmonica. Da ammirare il lodevole lavoro delle voci per estensioni, argutezza dei ruoli, difficoltà tecniche magistralmente superate, acrobatici incastri sonori, effetti tecnici-vocali e padronanza scenica, i protagonisti: Simona Gubello (soprano), Marzia Marzo (mezzosoprano), Alessia Tondo (voce etnica) e Stefano Luigi Mangia (voce sperimentale: uno dei pochi in Italia).
Afferrato anche il lavoro degli attori Emanuela Pisicchio, Anna Chiara Ingrosso e Fabio Zullino.
La direzione è affidata all'intelligenza di Pasquale Corrado, giovane ma ormai affermato direttore specializzato in musica contemporanea senza il quale sarebbe stato difficile se non impossibile portare a termine l'opera tant'è ardua.

A seguire l'opera da camera sono stati quindici minuti di canti a cappella dello stesso coro che come ormai fa da trent'anni, ripercorre con semplicità ma raffinatezza sonora le melodie della loro tradizione, incantando ancora per una volta il folto pubblico presente per l'ultimo "spettacolo" della Biennale Musica 2014.
Seguono quasi dieci minuti di scroscianti applausi da un pubblico quasi incredulo per aver assistito a tanta sofferenza rappresentata con semplice delicatezza e raffinata poesia.
RCP redazione
Selene Margiotta
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