giovedì 5 gennaio 2017

George Prêtre: dalla radio al podio

Ci lascia all'età di 92 anni una leggenda del mondo della musica classica.
Prêtre non eseguiva solo la musica, la viveva, la respirava, ogni suo gesto era pura espressione interiore, un gesto che non si fermava solo all'uso del polso o del braccio ma anche dei muscoli mimici, delle micro espressioni che affascinavano gli attenti orchestrali.
La notizia è stata data ieri sera dal Teatro La Scala al quale il Maestro era legato da un sodalizio ultra decennale. Prêtre si spegne nella sua casa in Francia, ha diretto quasi fino alla fine dei suoi giorni, ben 70 anni sul podio e non sentirne il peso, la stanchezza anzi a detta dei musicisti che hanno avuto la fortuna di essere diretti dal Maestro affermavano con stupore che il suo entusiasmo, la sua energia e il suo trasporto verso la musica erano tali da sembrare un evergreen. Ricorda il soprintendete, Alexander Pereira, «gli orchestrali commentarono che sembrava più giovane di loro»

Nasce il 14 agosto del 1924 a Waiziers e nel 1966 debutta dirigendo dei "mostri della lirica" Freni, Gedda, Ghiaurov nell'opera Faust di Gounod, da allora non si è più fermato tanto che proprio al Teatro La Scala avrebbe dovuto dirigere nella Stagione Sinfonica a marzo del 2017.

Figlio di un calzolaio si innamorò della musica a sette anni, ascoltando in radio per puro caso un concerto. Iniziò a studiare la tromba, solo perché più economica rispetto all'oboe, strumento che in realtà catturò la sua attenzione. Grazie alla tromba si esibì nelle botteghe parigine e un giorno incontrò Jean Marny, direttore dell’opera di Marsiglia, che nel 1946 lo fece debuttare e gli presentò la figlia Gina, con cui è stato sposato per tutta la vita.

Elencare le orchestre che ha diretto, le Stagioni Sinfoniche, operistiche sarebbe superfluo per il semplice fatto che George Prêtre è parte della Musica dal giorno della sua nascita ad oggi. Diceva di sentirsi ispirato, di riuscire a mettersi in contatto con lo spirito del compositore e della musica, diceva che il podio era il suo paradiso e così se ne è andato, con un sorriso e forse con il rammarico di non poter assolvere all'ultimo suo impegno scaliero.
Noi lo ricorderemo come il Peter Pan della Musica, sempre viva, sempre dinamica e sempre curiosa.

S.G.



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